VOTAZIONI ED ELEZIONI

Governo di colazione o di coalizione?
Ho letto un tweet: sarà un governo di colazione ? L’ipotesi, infausta, era che nelle condizioni post elettorali, un eventuale governo fosse così debole che non sarebbe potuto giungere all’ora di pranzo.
Si poteva completare la ipotesi con l’auspicio che, tra riduzione dei costi e abolizione dei privilegi, la consolidata, anche se triste, tradizione della mangiatoia non avrebbe potuto soddisfare questa volta i palati più sofisticati e gli appetiti difficili da soddisfare pienamente.
Al di la delle battute e della pur facili ironie, qualcosa sembra cominciare ad assumere forma e, oltre i continui e ancora presenti slogans elettorali, che forse per qualche formazione partitica mai cesseranno di esistere, sembra farsi strada almeno il desiderio di una qualche stabilità.
Uno dei termini che più hanno circolato nell’immediato alla chiusura dei conteggi è: ingovernabilità. Un termine che ha occupato titoli sulla stampa nazionale e internazionale, aiutando lo spread a salire e stimolando un primo giudizio negativo, ora tra i commentatori, ora probabilmente anche tra i cittadini.

Tra i molteplici commenti, mi inserisco, sicuro che non dirò cose peggiori di tante già dette e amplificate, nei media e nei social network. Non si tratta per me di tesi accertate, ma di percorsi da tenere presenti, specie in un orizzonte di quella che una volta si chiamava educazione civica.

1.Ha vinto la libertà democratica.
E’ un primo e fondamentale elemento che non viene facilmente ricordato. In un contesto nel quale solitamente le diverse proposte risultano facilmente più vittoriosi che perdenti, anche se questa volta c’è stata qualche ammissione di delusione e anche di sconfitta, ancora una volta la prima grande vincitrice è la libertà democratica, in forza della quale ogni cittadino elettore ha potuto esprimersi nel segreto della cabina come ha voluto.
Sebbene ci fosse da districarsi in una molteplicità di simboli, che può aver creato anche qualche errore o svista, ogni cittadino ha potuto scegliere, e in conclusione, ogni voto va rispettato e accolto, anche se di segno opposto a quello personale.
Questa libertà democratica, tra le conseguenze, dovrebbe portare a ridurre qualche invettiva contro i leaders: nessuno di questi guidava la mano dell’elettore.
Leaders imbonitori, venditori, procacciatori di promesse irrealizzabili, ciarlatani, comici, compassati professori, nostalgici del passato, conservatori, progressisti, riformisti, ……: la matita era in mano all’elettore non al candidato!
Mai a sufficienza si pensa al grande valore della libertà in possesso dell’elettore !

2. Oltre gli slogans, i desideri e i sogni dei cittadini
Più di un momento della stagione preelettorale ha assunto il carattere dello svago e della comicità: la battuta, lo slogan, la frase ad effetto, l’immagine colorita, il sorriso ironico, il gesto teatrale. E’ da meditare però sul fatto che, pur con modalità che di volta in volta più di uno può non accettare, alcuni temi hanno toccato più di altri il desiderio, il sogno, l’auspicio degli elettori.
E non sempre si può ipotizzare che l’elettore impieghi tanto tempo a contestualizzare e circoscrivere, integrare le diverse proposte in un piano organico e coerente, specie se il potere d’acquisto scende, il lavoro non è reperibile, l’immagine della cosiddetta casta non è solo sbiadita ma tendenzialmente disgustosa.
E se ha vinto certamente la libertà democratica certamente hanno perso i sondaggi: sembrerebbe affermarsi l’idea che la matematica è una opinione.
Probabilmente il bene comune, anche se fatto talvolta di porzioni di bene gestito in modalità individualista e forse anche egoistico, si è tendenzialmente materializzato e concretizzato, almeno in quelle promesse che hanno intercettato i sogni e i desideri degli elettori.
I voti sono stati raccolti: ora rimane da dare seguito e attuazione a ciò che, più o meno felicemente, è stato proposto.

3. Si accentua il movimentismo sociale-partitico.
In forza della liberta democratica, nella varietà e molteplicità di proposte, il cittadino elettorale ha sempre potuto variare le sue scelte. C’è chi pregiudizialmente non ha mai cambiato bandiera, e chi una o più volte ha voluto premiare o penalizzare una forza politica-partitica.
Nell’ultima tornata elettorale le variazioni si sono accentuate in modo così rilevante che, numeri alla mano, si è constatato il forte calo delle precedenti formazioni e la vertiginosa crescita di un nuovo schieramento.
Un fatto contingente, legato alla situazione attuale, o una tendenza che andrà a crescere? Ha ragione chi dice che destra-sinistra e i relativi partiti hanno fatto il loro tempo, oppure in ogni stagione elettorale potrà sorgere un nuovo movimento che si farà forte di alcune urgenze e desideri così da raccogliere e fagocitare i consensi ?
E, qualunque sia il futuro, quale visione di persona e di società sono sottese alle proposte? Quale antropologia guida le scelte politiche ? Quale il ruolo della persona, del lavoro, della formazione in rapporto all’economia ?

4. Un rinnovato rapporto elettore-eletto, privato cittadino e pubblico amministratore.
Il <buon cristiano e onesto cittadino> di boschiana memoria e di salesiana tradizione come si comporta in questo nuovo scenario ?
Questo interrogativo può aiutare e meglio identificare e qualificare ciò che forse va delineandosi come un rinnovato rapporto tra elettore-eletto, privato cittadino e pubblico amministratore.
Forse va diminuendo la delega onnicomprensiva, la fiducia negli amministratori che fa memoria del <consules videant>, e c’è da auspicare che l’interesse per candidati-amministratori pubblici-programmi politici permanga nel tempo oltre la stagione elettorale.
In questo ambito la rete digitale e i social network possono giocare un ruolo ancora più rilevante, oltre a essere la nuova piazza nella quale pubblicizzare le offerte e proposte.
Nella misura in cui ogni soggetto attivo nella rete è anche produttore e divulgatore di notizie (confronta per es. il condividi di facebook o il ritwittare o i blog personali) può essere ancora più promotore di educazione sociale, sentinella per i valori, coscienza critica.
Se la politica è una forma di carità sociale, questa può e deve coinvolgere ogni cittadino, sia che sieda in un’aula del parlamento, in un consiglio comunale, in un’attività lavorativa, in una casa domestica.
La cittadinanza <buona e onesta> può essere attiva in ogni ambiente. A ognuno la sua parte di responsabilità.

 

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