PREGHIERE PER NAVIGARE

Preghiera dell’ internauta

di Juan V. Fernández de la Gala

Ora che lo schermo è già illuminato,
e la tastiera aspetta solo il tocco diligente delle dita,
mi rivolgo a Te, Signore,
nella certezza che ti troverò anche nei cammini anonimi di Internet,
che incrociano il mondo,
cammini fatti dell’anelito dell’uomo di comunicare con altri uomini,
del proposito felice di negare le distanze.

Tu, che hai voluto incarnarti nel mistero umano,
e soffrire, come noi, la stanchezza e le vicissitudini delle vie del mondo,
accompagnaci oggi in questo viaggio,
perché anche qui
ci sono cammini difficili e faticosi,
come quei sentieri polverosi che hai calpestato in Galilea.
Accompagnaci Tu, Signore,
perché anche qui
ci sono cammini misteriosi, come quello di Emmaus,
che ci portano senza rumore alla scoperta dell’altro
e conservano ancora la luminosa facoltà di trasformarci.

Insegnaci a usare questo mezzo con profitto e in modo misurato
e aiutaci a evitare i pericoli della nostra rotta:
che tutte queste informazioni non ci frastornino,
che le vane apparenze, vuote di contenuto, non ci ingannino,
che sappiamo allontanarci da qualsiasi forma di schiavitù indegna,
dalla cecità del pensiero unico,
dai cammini senza volto della disumanizzazione.

Concedici, Signore, un giudizio chiaro
per interpretare i segni inquietanti di questa epoca,
scritti nello spazio propizio di ogni crocevia,
e mantieni il nostro cuore attento alle voci profetiche,
lì dove il tuo Spirito – che soffia dove vuole –
le incoraggi e le faccia sorgere,
a volte familiari, come le luci conosciute dei fari sulla costa,
e altre inaspettate, come bagliori della tua provvidenza nell’oscurità di certe notti.

E alla fine,
quando lo schermo si spegnerà di nuovo
e avremo la vana impressione di aver imparato qualcosa,
ricordaci che sapere e conoscenza
sono qualcosa di più di quelle informazioni frammentarie
che ci sono passate fugacemente davanti agli occhi,
e che il mondo sarà sempre più vasto
di quello che ci è sembrato di capire,
perché arriva al più profondo di ogni uomo
e si perde poi nell’orizzonte immenso del tuo cuore di Padre.
Amen.

Preghiera pubblicata in origine sulla Rete Ignaziana di Cadice (Spagna) [Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]  – Estratta da www.evangelizzando.net

 

Preghiera dell’ internauta 

O Dio Onnipotente, che hai dato all’uomo l’intelligenza per esplorare il Creato e comprendere le leggi che lo governano, fa’ che questa conoscenza sia sempre utilizzata per il bene dell’umanità.

Possa l’elevazione dell’uomo accompagnare sempre lo sviluppo tecnologico, possano la scienza e la tecnica portarci a Te, attraverso lo stupore per le tue meraviglie e la riconoscenza per i tuoi doni.

Come hai guidato la mano dei primi scribi che hanno perpetuato la Tua parola, ispira oggi quanti pubblicano sul WEB, affinché, consapevoli delle immense potenzialità di questo strumento, sentano la responsabilità di diffondere messaggi conformi alla Tua volontà, alla dignità dell’uomo, al rispetto del pianeta e del Creato.

Possa questa rete avvolgere l’intera umanità con un messaggio di amore, di pace, di solidarietà, di progresso sociale. Possa questo strumento portare la Tua Parola in ogni angolo della terra e servire all’edificazione del Tuo regno, sino a che tutto il mondo, liberato dal male, non sarà una cosa sola con Te, Creatore e Signore dell’universo.

 

Dio è sempre presente
Una preghiera insolita. È stata trovata on line: apparentemente senza autore, e ci scusiamo per non poterlo indicare. A qualcuno creerà fastidio, un altro la rifiuterà come inopportuna, un altro la potrà trovare interessante… certamente il Signore può farsi trovare ovunque, off line e on line.

Il Signore è il mio provider, nulla mi manca.
Egli mi dà il download per i migliori prodotti,
mi guida nel web di qualità.
Egli deframmenta la mia anima,
mi guida per link certificati,
per amore della sua configurazione.
Quand’anche navigassi tra cracker,
spamming, trojan, flame e virus,
io non temerò alcun male,
perché tu sei nel mio browser;
il tuo agent e il tuo back up mi danno sicurezza.
Per il mio dominio tu fornisci l’hosting
in mezzo ai nemici nella rete;
riempi il mio hard disk dei migliori software.
Certo, le tue device driver ed app
mi amministreranno tutti i giorni della mia vita;
e io navigherò nel World Wide Web
del Signore per sempre.

Beati voi quando vi insulteranno

di Giorgio Bernardelli | 10 novembre 2019 in  http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=3530

Su una beatitudine esigente che proprio l’era digitale ci sta facendo riscoprire in tutta la sua forza evangelica

«Beati voi quando gli hater vi prenderanno di mira, quando istigheranno alla violenza fisica contro di voi e costruendo fake news monteranno campagne social contro di voi per causa mia e del Vangelo. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Gli amici esegeti scuoteranno la testa, lo so. Ma ultimamente quando ascolto il brano di Vangelo delle Beatitudini mi capita sempre più spesso di pensare che forse oggi dovremmo tradurlo anche così. Perché è una parola di Gesù che questo nostro tempo ci rilancia in tutta la sua forza: sì, «beati voi quando vi insulteranno» è una parola particolarmente provocatoria per questa era digitale in cui – lo vediamo proprio in questi giorni con la vicenda di Liliana Segre – la violenza verbale sembra dilagare.

«Beati voi quando vi insulteranno». Confesso di aver a lungo pensato che questa parte del discorso fosse quella facile. La persecuzione fisica – mi dicevo – quella sì fa paura; l’insulto invece scoccia, certo, ma è solo questione di farsi le spalle un po’ più larghe. Puoi comunque permetterti di compatire chi ti insulta, essere superiore a queste cose… E poi: è proprio necessario andare nei posti dove ti insultano? In fondo basta selezionare bene le frequentazioni e il problema lo risolvi alla radice…

Già. Però, poi, arriva l’epoca dei social e ti rendi conto che non è affatto facile. Capisci che cos’è davvero l’insulto e quanto può farti ribollire il sangue. Capisci che cosa vuol dire avere qualcuno sempre pronto a rinfacciarti qualcosa e a raggiungerti anche là dove meno te l’aspetti. Constati che appena ti esponi su qualcosa è sufficiente qualche ora per trovare distorte o strumentalizzate le tue parole da qualcuno che ce l’ha con te. Del resto lo sappiamo: nell’ambiente digitale si può comodamente essere leoni da tastiera senza nemmeno guardare in faccia il fratello. Ma ti accorgi pure di quanto persino tra noi cattolici – persino qui su VinoNuovo – sia difficile confrontarsi «per causa Sua e del Vangelo»; persino questo talvolta diventa un ring. E alla fine capisci quanto tu stesso ci sei dentro fino al collo in questo meccanismo; quanto anche nel tuo cuore e nella tua mente diventi difficile porre un confine tra la difesa della verità delle cose e quella del tuo ego. La tentazione di scappare così si fa grande. Ce lo diciamo sempre più spesso: «no, li dentro basta; adesso chiudo il profilo così la smettono loro e la smetto anch’io».

Ecco: è esattamente questa situazione quanto il Vangelo – al contrario – ci proclama come una beatitudine. Gesù non ci dice: sii paziente, resisti, conta almeno fino a dieci prima di scrivere una risposta in chat… No, dice proprio: se sui social ti insultano per causa mia e del Vangelo sei beato. «Perché, Signore? – viene da rispondere nella preghiera -. Che cosa c’è di tanto prezioso nel restare lì a farsi insultare?».

«Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli», dice il Vangelo. Sarò un inguaribile scettico, ma io non me lo vedo proprio il Padre eterno che alla fine dei tempi consegna una medaglia più scintillante a chi ha battuto il record di stalker su Twitter. No, quella «ricompensa nei cieli» deve voler dire per forza qualcos’altro. Quei «cieli» devono per forza indicarci anche un modo diverso per stare in rete adesso. Del resto non è lo stesso Gesù nelle parabole a dirci che questo «Regno dei cieli» con Lui è già qui in mezzo a noi? E può non esserci oggi anche sui social network?

Sì, Signore, mi costa tanta fatica questa tua beatitudine. Mi accorgo di quanto sia ancora lontano dal viverla. Perché lo vedo che solo la Tua è una Parola di verità; mentre le mie – anche quando parlo di Te – sono piccole. E per di più coi miei giudizi sugli altri ho pure il vizio di trasformarle in idoli intoccabili.

«Beati voi quando vi insulteranno». Sì, beati voi che credete in un mondo dove non è raccogliere più like il metro di chi è innalzato. Beati voi che annunciate una verità che è segno di contraddizione, che non accettate l’odio e la menzogna, che anche in rete prendete sempre le difese di chi è debole. Ma nello stesso tempo restate grati del fatto che il Padre misericordioso con voi non utilizza mai il comando per bannare. E col suo pc oggi continua a scrutare la rete nella speranza che anche l’hater, vostro fratello, ritorni a casa per fare festa insieme.

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