Dove è il Risorto in tempo di #coronavirus ?

Dove è il Risorto nella pandemia e nelle sue conseguenze ?

Dove è nella malattia e nella morte, nell’isolamento e nella distanza sociale, nella mancanza del lavoro e nella povertà ?

Dove è nella fatica a fare festa e nella inibizione per ogni forma di prossimità e affetto ?

Dove è nello spegnimento dei sogni e nella censura dei più semplici, buoni e anche banali desideri ?

Dove è il Risorto, quando la pietra sembra ancora chiudere il sepolcro e il sabato prosegue nel suo silenzio che non riesce a conquistare l’alba del “primo giorno dopo il sabato” ?

Dove è quel Risorto che entrava a porte chiuse e oggi sembra non entrare, a porte chiuse e senza wi-fi, nelle case di ragazzi poveri, senza PC e senza tablet e con la  rete debole ?

Quanta fatica !

Ma la fede senza fatica, non è fede autentica .

La fede senza dubbio, non è fede robusta.

La fede senza un cammino, non acquisisce anticorpi.

Non esiste una fede autoimmune.

Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».

Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».

Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.

Siamo in buona compagnia: non credettero !

Gli stessi che non credettero ricevettero la missione da compiere: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

Un rimprovero è da accettare, perché è il primo passo per la conversione e anche la premessa per continuare il cammino.

Al pentimento deve seguire la decisione.

Dove è il Risorto ?

E’ da cercare sempre, perché è oltre ….. oltre il presente.

Ed è da riconoscere nel momento presente, in segni quotidiani: spezza il pane, mangia il pesce arrostito.

Il Risorto è chi nella mia stessa stanza parla e chiede ascolto, e chi mi telefona e desidera scambiar due parole per uno sfogo, per una sofferenza da confidare, per un silenzio da affrontare.

Il Risorto è nell’operatore sanitario che generosamente è disponibile e affronta il rischio, è nel rappresentante di una pubblica istituzione che opera nel silenzio e senza falsi proclami, è nell’agente delle forze dell’ordine che tutela la sicurezza e la salute pubblica.

Il Risorto è nel volontario che porge un pasto a chi ha fame,  e nel cittadino che buon cristiano contribuisce economicamente per chi ha una situazione personale o famigliare in difficoltà per la mancanza del lavoro.

“Tendi la tua mano e mettila nel mio fianco”.

E’ da riconoscere !

Una fatica ricompensata anche quando sembra soffrire di fallimento : beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

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