Ebreo dalla nascita, circonciso, presentato al Tempio, frequentava la Sinagoga e la sua vita fu un lungo pellegrinaggio verso il Tempio di Gerusalemme, ucciso perché l’essere Ebreo lo portò a studiare le Scritture offrendo di esse una nuova interpretazione.
Un ebreo scismatico.
Un ebreo che diede inizio a una esperienza religiosa e di fede eretica rispetto alla Tradizione.
Non fariseo, non sadduceo, non zelota, non levita, ma figlio di Dio, un cristiano appunto.
Anni fa fu pubblicato un libro con il titolo Gesù ebreo praticante (Editrice Ancora Milano 1987).
Voltaire, che non fu certo un estimatore di Gesù, ebbe ad affermare: «Un uomo sensato non può vedere in questo ebreo [Gesù] che un contadino un po’ più illuminato degli altri, benché sia incerto se sapesse leggere e scrivere» (Voltaire, L’affermazione del Cristianesimo, Procaccini, Napoli 1988, pag. 67).
“Nel grembo di un’Ebrea egli viene concepito; striscia ai piedi della madre, sotto i suoi occhi conosce le malattie dell’infanzia. A lungo, vile artigiano, con la pialla in mano, perde i propri giorni migliori in questo lavoro servile; predica infine, per tre anni, presso il popolo idumeo, e muore subendo l’estremo supplizio.”
Le parole pronunciate a Trieste non provocano un interrogativo religioso o di una qualche fede.
Le valutazioni proclamate a Trieste non inducono a una ricerca storica.
«Io da profondamente cattolico mi sono sentito un po’ offeso perché (Liliana Segre) ha detto che Gesù era ebreo».
Importante e strategica la cornice dell’intervento: “sono un po’ confuso ….. e non dico altro”.
Una volta si diceva rem tene, verba sequentur : abbi chiaro il concetto, e seguiranno la parole (Catone il censore). Il nodo è questo: quale concetto ?
E’ in gioco il concetto culturale, la realtà culturale, il pregresso scolastico di base.
Ed ora aspettiamo ansiosi, certamente in altra sede, un’ altra affermazione: Gesù bambino è Babbo Natale da piccolo !