Archivio mensile:Giugno 2019

SEA WATCH E NON SOLO: VINCITORI SENZA I VINTI.

Sea Watch e non solo: una vicenda intrigata, in parte convulsa, forse senza vincitori perché i vinti sono dimenticati, nascosti, assenti, senza voce.

E’ come in tante altre circostanze e in molti altri avvenimenti: tutti vincitori.

Vincitore chi difende i princìpi …,

vincitore il predicatore della solidarietà,

vincitore il paladino della umanità,

vincitore chi urla per la difesa dei confini della patria,

vincitore chi si appella al diritto internazionale,

vincitore chi richiama al rispetto della legge nazionale,

vincitore chi sa ed è competente,

vincitore chi twitta e presume di avere ragione,

vincitore chi sale sulla nave,

vincitore chi da ordine dalla poltrona, ….

 

Parole molte, anche oltre misura,

ostili e pacate,

concitate e calme,

rabbiose e rispettose.

 

Nell’epoca della globalizzazione e della comunicazione senza confini,

i social ancora una volta sono individual,

pronti a veicolare settori geografici, orizzonti ristretti, spazi limitati.

 

Apparentemente le notizie informano,  e deformano la cognizione degli eventi.

 

La realtà stenta ad essere raccontata e condivisa

per far crescere lo sguardo oltre l’immediato e il contingente,

e il racconto è un selphie ampliato:

del proprio interesse, del proprio tornaconto, della propria ideologia, del proprio guadagno, della propria falsificazione, della propria poltrona, del proprio potere.

 

Il muro, ogni muro, tende ad essere baluardo e difesa

di una identità povera,

di una razionalità adolescenziale,

di una prospettiva senza idee,

di un bene comune soggiogato a interessi di parte,

nell’illusione di potersi costruire un trono tra i grandi della storia.

 

I vincitori,

ogni vincitore,

così chiuso nella sua bolla di certezza, amplificata dal clamore mediatico,

rischia di non poter gioire

perché ha finito per dimenticare il perdente, lo sconfitto, il vinto:

il vinto si è perso nel clamore,

è ridotto al silenzio dalla tortura,

ha perso la voce per la fame,

è nudo perché privato della libertà che genera dignità,

è in silenzio perché lo sguardo non ha orizzonte,

è scomparso nel fondo del mare.

 

La giustizia va cercata e difesa,

con decisione e intelligenza,

senza tregua e senza disparità,

perché ogni male va perseguito e condannato

senza condono e immunità, senza privilegi e senza fughe.

 

Il vincitore per poter innalzare il suo trofeo

deve confrontarsi con l’avversario e rispettare il vinto

con lo sguardo oltre il proprio piccolo orizzonte,

con la coscienza oltre il personale egoismo,

con la mano tesa

perché il benessere di uno abbia la ricaduta almeno parziale nel prossimo,

perché le risorse materiali siano fonte di sostentamento anche per chi in dono non  le ha ricevute,

perché l’uso non diventi abuso,

perché servire non sia asservire,

perché offrire lavoro non diventi dipendenza e schiavitù.

 

E senza il vinto e l’avversario, anche colui che innalza il suo trofeo perde il  volto

e nella storia, oltre la meteora presente, è un anonimo.

I numeri rischiano di essere un numero,

e il clamore dei 40 silenzia e fa dimenticare gli altri duecento e oltre approdati nell’indifferenza e senza proclami né di diritti violati, né di umanità riconosciuta.

La distrazione non diventi distruzione,

e comunicare, strategia per omologare coscienze e intelligenze,

sia comun-I CARE:

I-CARE nella responsabilità cosciente, intelligente, critica, per ogni persona umana.

GAUDETE ET EXSULTATE – 06

 VIVERE NELLA VIGILANZA E NEL DISCERNIMENTO

COMBATTIMENTO, VIGILANZA E DISCERNIMENTO

Il discernimento

  1. Come sapere se una cosa viene dallo Spirito Santo o se deriva dallo spirito del mondo o dallo spirito del diavolo? L’unico modo è il discernimento, che non richiede solo una buona capacità di ragionare e di senso comune, è anche un dono che bisogna chiedere. Se lo chiediamo con fiducia allo Spirito Santo, e allo stesso tempo ci sforziamo di coltivarlo con la preghiera, la riflessione, la lettura e il buon consiglio, sicuramente potremo crescere in questa capacità spirituale.

Un bisogno urgente

  1. Al giorno d’oggi l’attitudine al discernimento è diventata particolarmente necessaria. Infatti la vita attuale offre enormi possibilità di azione e di distrazione e il mondo le presenta come se fossero tutte valide e buone. Tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zappingcostante. È possibile navigare su due o tre schermi simultaneamente e interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali. Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento. 

 

L’ on line aiuta a capire di cosa si tratta quando si va a cercare il significato della parola discernimento.

Capacità di valutare e distinguere dal latino: discernere, composto da dis-separare e cernere –  scegliere.

Scegliere, separando.

Importantissima virtù della saggezza, è poco presente nel parlare comune. Rappresenta la capacità di ridurre e scindere il complesso in parti minute, valutandolo in maniera completa, con grande cognizione.

Così servirà gran discernimento per riconoscere le tensioni e giudicare l’operato di qualcuno in situazione di crisi, saranno da discernere gli atti di amicizia dagli atti di interesse, e i sapori di frutta in un vino – o gli strumenti in un brano orchestrato. Insomma, una virtù di grande nobiltà, matura, di mondo.

A queste considerazioni, il cristiano aggiunge il dono dello Spirito.

Si accentua oggi forse un elemento che non può mancare perché si operi un buon discernimento: la vigilanza.

Oserei dire che occorre una vigilanza che si nutre di saggia prudenza e non meno di intelligente sospetto. Q.b: quanto basta si direbbe secondo la migliore manualistica per ben cucinare.

Sarebbe facile reperire anche citazioni bibliche per accompagnare una riflessione.

Nell’ on line e nel digitale 2.0. ancora più aumentano i maestri e si esprimono gli opinion leaders: la libertà di parola non ha confini e ogni pensiero può trovare facilmente un megafono, specie se riesce ad alimentarsi in un market commercialmente ben posizionato, allettante per le offerte, con una proprietà forse anonima negli spazi pubblicitari, ma ben attiva nei suoi propositi anticristiani e antiecclesiali.

 

PER UNA CONCLUSIONE

  1. Non si può aspettare, per vivere il Vangelo, che tutto intorno a noi sia favorevole, perché molte volte le ambizioni del potere e gli interessi mondani giocano contro di noi. San Giovanni Paolo IIdiceva che «è alienata la società che, nelle sue forme di organizzazione sociale, di produzione e di consumo, rende più difficile la realizzazione [del] dono [di sé] e il costituirsi [della] solidarietà interumana. In una tale società alienata, intrappolata in una trama politica, mediatica, economica, culturale e persino religiosa che ostacola l’autentico sviluppo umano e sociale, vivere le Beatitudini diventa difficile e può essere addirittura una cosa malvista, sospetta, ridicolizzata.

Non si può ormai non avere coscienza che il Vangelo fa appartenere alla minoranza.

Il vento molte volte soffia contro.

Ma nella barca c’è Lui che ha vinto il mondo, e la speranza accompagna il cammino dei discepoli del Risorto.

Si deve seminare, ogni giorno, sempre, senza interruzione e senza scoraggiamento.

Il raccolto è nell’ottavo giorno, il giorno dopo il sabato, coscienti che … Egli precede in Galilea.