RELAZIONE EDUCATIVA NEL TEMPO DELLA RETE

Tra social network e realtà

Gentile direttore,
sono un educatore salesiano di 25 anni che, come diceva il “mio” amato San Giovanni Bosco, cerca di essere al passo “coi giovani e coi tempi”.
In questo momento storico che stiamo vivendo noto un grosso rischio: quello di acquisire una mentalità “da social network”, perdendo di vista il reale.
Così interessati a fotografare un bel tramonto per pubblicarlo come copertina del nostro profilo, abbiamo forse smarrito la bellezza della contemplazione e della gratitudine spontanea del cuore verso Colui che ha fatto tutto questo.
Per rientrare in quel numero massimo di caratteri (i 140 di twitter), abbiamo dimenticato che significa ascoltare chi vuole sfogarsi con noi o confrontarsi con calma su qualcosa che ci sta a cuore.
Aspettiamo un riquadro rosso su Facebook per avere la consapevolezza che esistiamo e che per qualcuno siamo importanti; ma viviamole realmente le notifiche! Bello guardare negli occhi una persona e dire: “Ti voglio bene”, “Ho sbagliato, scusa”. Il luogo della verità, che è lo sguardo, sostituito da una foto dietro un ben più protettivo schermo.

La sincerità e la qualità di un’amicizia vissuta con l’esserci, sostituita da parole che per forza di cose non riescono ad “arrivare”del tutto tramite una chat.
Potrei continuare.
Devo “aggiornarmi” su queste cose? Ma…. non è Gesù che, a chi Gli chiede: “Dove abiti?”, risponde: “Venite e vedrete” ? Non è questa la chiave di tutto? Una presenza, una conoscenza e un amore che si fa carne, concretezza? D’altronde: non è questo il mistero e la bellezza dell’Incarnazione?
Francesco Tota, Macerata

Lettera pubblicata nel Quotidiano AVVENIRE – Rubrica Dulcis in fundo

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