La miglior difesa è l’attacco, si è detto più di una volta. E poi c’è il gioco di rimessa che può anche produrre un buon contropiede, ma non è sufficiente. Il gioco va governato e guidato, in qualche modo proposto con decisione.
In altro modo potrei dire che questo è un compito e uno stile dell’educatore
- che deve proporre
- che deve annunciare.
Un’azione diventa preventiva
a) nell’ immediato per offrire quasi una primogenitura sul campo
b) in un più ampio respiro e nella dilatazione del tempo, nel creare condizioni per migliorare tutto il contesto.
Sono riflessioni che mi sono venute alla mente, provocato anche da interventi e interviste diffuse sugli organi di stampa. Si potrebbe andare a consultare il Blog di Sandro Magister del 25 gennaio 2016 e la edizione on line di Famiglia Cristiana del 15 gennaio 2016 con la intervista a Francesco D’Agostino.
Non è mia competenza proporre leggi e indicare norme possibili. Ma come cittadino ho il diritto-dovere di chiedere ai parlamentari di ispirazione cristiana e immagino anche conoscitori della Dottrina Sociale della Chiesa di essere maggiormente propositivi di fronte alla vita, al bene comune, ai giovani, al lavoro, alla famiglia, alla scuola.
Urlare e strepitare in un’aula parlamentare come fosse una palestra nella quale forse talvolta si indugia al gioco, non è dignitoso per un rappresentante del popolo.
Proporre, indicare, farsi avanti nella quotidianità dei giorni è dovere del legislatore che ha come interesse il bene comune e non il proprio, già tutelato da tanti diritti e forse poco esposto ai doveri.