Archivio mensile:Marzo 2013

RETI SOCIALI: impegno e condivisione

Per una presenza propositiva e educativa
Come ormai è tradizione, il 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, è stato reso noto il Messaggio per la 47ˆ giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che quest’anno sarà celebrata domenica 12 maggio, solennità dell’ Ascensione.
Il tema scelto da Papa Benedetto è : “RETI SOCIALI: PORTE DI VERITÀ DI FEDE; NUOVI SPAZI DI EVANGELIZZAZIONE”
E’ evidente la connessione con l’ anno delle fede.
Non mancano i primi commenti, tra i quali merita rilievo quello offerto da Padre Antonio Spadaro, SJ, Direttore di La Civiltà Cattolica, nel suo blog www.cyberteologia.it.
Padre Spadaro titola il suo commento i tre pilastri del messaggio . Eccoli.
1) L’AMBIENTE DIGITALE E’ UNO SPAZIO DI ESPERIENZA REALE
2) IN RETE SI PENSA INSIEME E SI CONDIVIDE LA RICERCA
3) IN RETE SI VIVE UN COINVOLGIMENTO INTERATTIVO CON LE DOMANDE DEGLI UOMINI

Mi permetto di evidenziare ulteriormente due attenzioni ricorrenti nel Messaggio e che possono trovare sintesi in due termini:
– impegno
– condivisione.

Gli strumenti e i mezzi di comunicazione sociale, oltre la loro materialità, manipolazione e manualità, hanno sempre e comunque il rischio che siano strumenti di uso e di abuso, ampliando quasi unicamente l’area del commercio e del consumo.

La presenza del credente è quella dell’impegno.
*Lo sviluppo delle reti sociali richiede impegno: le persone sono coinvolte nel costruire relazioni e trovare amicizia, nel cercare risposte alle loro domande, nel divertirsi, ma anche nell’essere stimolati intellettualmente e nel condividere competenze e conoscenze.

*A volte, la voce discreta della ragione può essere sovrastata dal rumore delle eccessive informazioni, e non riesce a destare l’attenzione, che invece viene riservata a quanti si esprimono in maniera più suadente. I social media hanno bisogno, quindi, dell’impegno di tutti coloro che sono consapevoli del valore del dialogo, del dibattito ragionato, dell’argomentazione logica; di persone che cercano di coltivare forme di discorso e di espressione che fanno appello alle più nobili aspirazioni di chi è coinvolto nel processo comunicativo.

Si tratta di due passaggi del Messaggio, dove l’impegno è esplicitamente indicato anche nella terminologia.

La presenza del credente è quella della condivisione.
Non meno continui i riferimenti alla condivisione: le reti sociali come ambiti di condivisione.

°La sfida che i network sociali devono affrontare è quella di essere davvero inclusivi: allora essi beneficeranno della piena partecipazione dei credenti che desiderano condividere il Messaggio di Gesù e i valori della dignità umana, che il suo insegnamento promuove.

°L’autenticità dei credenti nei network sociali è messa in evidenza dalla condivisione della sorgente profonda della loro speranza e della loro gioia: la fede nel Dio ricco di misericordia e di amore rivelato in Cristo Gesù. Tale condivisione consiste non soltanto nell’esplicita espressione di fede, ma anche nella testimonianza, cioè nel modo in cui si comunicano “scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma esplicita” (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 2011).

°Per coloro che hanno accolto con cuore aperto il dono della fede, la risposta più radicale alle domande dell’uomo circa l’amore, la verità e il significato della vita – questioni che non sono affatto assenti nei social network – si trova nella persona di Gesù Cristo. E’ naturale che chi ha la fede desideri, con rispetto e sensibilità, condividerla con coloro che incontra nell’ambiente digitale. In definitiva, però, se la nostra condivisione del Vangelo è capace di dare buoni frutti, è sempre grazie alla forza propria della Parola di Dio di toccare i cuori, prima ancora di ogni nostro sforzo.

°Le reti facilitano la condivisione delle risorse spirituali e liturgiche, rendendo le persone in grado di pregare con un rinvigorito senso di prossimità a coloro che professano la loro stessa fede.

°Esistono reti sociali che nell’ambiente digitale offrono all’uomo di oggi occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio.

La presenza del credente è quella missionaria
Impegno e condivisione, sono due condizioni, che concorrono a fare del credente che abita o frequenta le reti sociali un autentico missionario.
Infatti, “la capacità di utilizzare i nuovi linguaggi è richiesta non tanto per essere al passo coi tempi, ma proprio per permettere all’infinita ricchezza del Vangelo di trovare forme di espressione che siano in grado di raggiungere le menti e i cuori di tutti.”
Presenza missionaria per evitare una assenza nell’ambiente digitale che costituisce una “esperienza di molti per i quali questo spazio esistenziale è importante” e che “è parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani”.
Si tratta di una presenza missionaria che, con un opportuno discernimento, richiede ora il confronto, ora il rischio del fraintendimento, ora l’annuncio profetico ispirato dal Vangelo.

La presenza del credente con lo stile di Don Bosco
Impegno, condivisione, presenza attiva e propositiva fanno venire alla mente lo stile della presenza-assistenza educativa.
Non manca il cortile che è questa <agorà>: “una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità”.
E infine una presenza missionaria, supportata in Don Bosco dai suoi innumerevoli scritti, dai sogni lungimiranti, dalla presenza educativa in luoghi sempre nuovi in Italia, in Francia e in Spagna, oltre Oceano: “quando siamo presenti agli altri, in qualunque modo, noi siamo chiamati a far conoscere l’amore di Dio sino agli estremi confini della terra.”

Alla luce di queste riflessioni, non si può essere assenti, distratti, superficialmente curiosi, educativamente presenti ma non propositivi.
Non c’è una moda da seguire, ma un modo di presenza da vivere, un ambiente da abitare e frequentare con discernimento.

RELAZIONE EDUCATIVA NEL TEMPO DELLA RETE

Tra social network e realtà

Gentile direttore,
sono un educatore salesiano di 25 anni che, come diceva il “mio” amato San Giovanni Bosco, cerca di essere al passo “coi giovani e coi tempi”.
In questo momento storico che stiamo vivendo noto un grosso rischio: quello di acquisire una mentalità “da social network”, perdendo di vista il reale.
Così interessati a fotografare un bel tramonto per pubblicarlo come copertina del nostro profilo, abbiamo forse smarrito la bellezza della contemplazione e della gratitudine spontanea del cuore verso Colui che ha fatto tutto questo.
Per rientrare in quel numero massimo di caratteri (i 140 di twitter), abbiamo dimenticato che significa ascoltare chi vuole sfogarsi con noi o confrontarsi con calma su qualcosa che ci sta a cuore.
Aspettiamo un riquadro rosso su Facebook per avere la consapevolezza che esistiamo e che per qualcuno siamo importanti; ma viviamole realmente le notifiche! Bello guardare negli occhi una persona e dire: “Ti voglio bene”, “Ho sbagliato, scusa”. Il luogo della verità, che è lo sguardo, sostituito da una foto dietro un ben più protettivo schermo.

La sincerità e la qualità di un’amicizia vissuta con l’esserci, sostituita da parole che per forza di cose non riescono ad “arrivare”del tutto tramite una chat.
Potrei continuare.
Devo “aggiornarmi” su queste cose? Ma…. non è Gesù che, a chi Gli chiede: “Dove abiti?”, risponde: “Venite e vedrete” ? Non è questa la chiave di tutto? Una presenza, una conoscenza e un amore che si fa carne, concretezza? D’altronde: non è questo il mistero e la bellezza dell’Incarnazione?
Francesco Tota, Macerata

Lettera pubblicata nel Quotidiano AVVENIRE – Rubrica Dulcis in fundo