Archivio mensile:Novembre 2012

VANGELO NEL BAR

Rinuncia a 3000 Euro fuori della Villa
C’è chi per avere ancora oggi un bel po’ di Euro ha frequentato una celebre Villa. E chi invece rinuncia, senza la Villa, a ciò che era una parte di lavoro come tanti altri.
Ma non resisteva. Più forte la coscienza, etica e sociale innanzi tutto.
Le buone notizie (Vangelo) nascono dove talvolta meno si aspetta. E così anche questa notizia è nata in un bar. Raccontata prima dal Corriere della Sera e riportata anche da Luigi Accattoli in vinonuovo.it.
E tutto questo mentre giunge la notizia che alcuni uomini della PS, infangando una istituzione sacrificata per il bene della collettività, in altro bar giocavano durante il tempo di lavoro.
E nel mentre giunge anche la notizia che il gioco d’azzardo è la terza industria dell’ Italia, come fatturato.
Di gioco ci si può ammalare, ancora più quando viene meno il rapporto interpersonale e il dialogo è con la macchina nota come slot machine.
Forse perché ognuno di noi vuol vincere sempre, mentre, come diceva una canzone, bisogna saper perdere.

LA NOTIZIA
Una parola di vita possiamo cavarla da un articolo di cronaca che racconta di una donna che gestisce un bar a Cremona e che ha staccato di sua iniziativa la presa delle macchinette del gioco d’azzardo che le procuravano tremila euro al mese ma che rovinavano tanta gente. Si chiama Monica Pavesi e così racconta la sua decisione al collega Luigi Corvi del Corriere della Sera che ne riferisce il 20 novembre nella cronaca della Lombardia: «Le slot le ho spente perché non sopportavo più di vedere persone che si rovinavano in quel modo. Non le volevo sin dall’inizio, a me interessava solo il Totocalcio, i cui proventi però sono crollati e così, per non essere in perdita, sono stata costretta a tenerle e ad assistere allo spettacolo che ogni giorno qui andava in scena, di italiani e stranieri, molti anziani ma anche giovani, forse più donne che uomini, gente che non se la passa bene e si aggrappa ai videopoker spendendo tutto quello che ha. A me piace fare i caffè, parlare con i clienti. Non voglio più avere a che fare con chi è convinto che il denaro per vivere arriva da quegli apparecchi. Che danni avrò? Non lo so. Mi dicevano che non potevo recedere». Pare che il Comune di Cremona voglia premiare il gesto di Monica. Io le mando un abbraccio e la segnalo come donna “giusta” che paga di suo per soccorrere i più fragili. Come tutti dovremmo fare.

MENSA SOLIDALE

Educazione e lavoro

Inaugurata martedì 20 novembre quella che è stata definita “mensa solidale”. Non è una nuova modalità di gestione di una mensa della <caritas>, senza nulla togliere alla bontà ed efficienza di questo impegno ecclesiale.
Mensa solidale perché è il risultato di un investimento progettuale all’insegna innanzi tutto della solidarietà umana e formativa professionale con i giovani.

Il Municipio Sette del Comune di Roma, in sinergia con l’Opera Salesiana del Borgo Ragazzi Don Bosco e l’ Associazione Rimettere le Ali Onlus, stanno scommettendo su una sfida che vuole diventare una opportunità di recupero formativo e umano, oltre che una porta per l’attività lavorativa.
Nei locali del Settimo Municipio è stata aperta la mensa per i dipendenti: mensa affidata ai giovani che frequentano nel Borgo Don Bosco il corso di ristorazione che già da tempo offre il suo servizio e i suoi prodotti.
“Non un investimento a fondo perduto, ha dichiarato l’Assessore Giuseppe Pungitore, ma un progetto, messo a bilancio con un costo di 26.000 Euro. Una sfida che vuole essere una opportunità lavorativa per alcuni giovani e un servizio per i dipendenti del Municipio”.
Ha fatto eco uno dei numerosi presenti che, mormorando sottovoce con il vicino ha detto:<Finalmdente alcuni soldi spesi bene>.
Giudizio forse troppo pesante per la Amministrazione e per le Istituzioni.
Certamente un evento significativo da un punto di vista educativo, fa notare Don Stefano Aspettati, Direttore del Borgo Ragazzi Don Bosco.
“L’ Amministrazione ha accettato la sfida e si fida del Borgo”, e della Associazione Rimettere la ali rappresentata dal suo presidente Dott. Alessandro Iannini.
“Si tratta, precisa ancora Don Stefano, di una attività lavorativa in qualche modo protetta, in quanto i giovani saranno sempre accompagnati da educatori mentre sono impegnati nel lavoro. Una forma ulteriore di semiautonomia, come altre già sperimentate e che si spera possa essere di modello per molte altre ancora”.
Per informazioni: RistòGiò – Il solidale è servito. Servizi catering e banchetti solidali – Email: ristogio@gmail.it . Tel. 340.8677555.
Sito di riferimento: www.borgodonbosco.it